La Riabilitazione? Sempre più precoce, più complessa e ultraspecialistica
Intervista al Dott. Federico Pacei, il nuovo Responsabile dell’area Riabilitazione del Gruppo KOS
Neurologo, specializzato nelle malattie neurodegenerative e cerebrovascolari. Milanese, 45 anni, due figli. Questo in breve l’identikit del dott. Federico Pacei, il nuovo Responsabile dell’area Riabilitazione del Gruppo KOS. Un incarico che ha accettato con entusiasmo, una “sfida nel mio percorso professionale – spiega - . La mia esperienza è legata ad un’attività più clinica ospedaliera e nelle Stroke Unit. Il Gruppo KOS, con la sua grande rete di centri riabilitativi e l’ampia casistica di pazienti con diversa estrazione eziologica, rappresenta per me una bella opportunità di crescita professionale. Ricopro un ruolo nuovo e diverso rispetto agli incarichi assunti in precedenza, ma molto stimolante. Il Gruppo KOS ha enormi potenzialità, è forse l’unico in Italia che si preoccupa a 360 gradi di quello che può succedere ad un paziente. Ha competenze in fase acuta ed in fase riabilitativa, nei servizi ambulatoriali e anche nella gestione socio assistenziale. Un aspetto che manca in altre realtà sanitarie, ma che può avere un ruolo strategico nella completezza della presa in carico, soprattutto quando si tratta di pazienti neurologici.”
Cosa si porta dietro dalla sua esperienza nelle Stroke Unit?
“L’idea che la distinzione tra fase acuta e fase riabilitativa diventerà presto una visione obsoleta. Sono due momenti di un percorso che dovrebbe essere il più possibile unificato. Negli ultimi anni si sta affermando, infatti, il principio di riabilitazione precoce, la riabilitazione già all’interno delle terapie intensive. Pensiamo all’ictus, (che è la prima causa di disabilità nel mondo occidentale e tra le prime cause di morte) dove una riabilitazione con il giusto timing è fondamentale per ottenere un migliore recupero funzionale ed una riduzione della disabilità residua conseguenti all’evento acuto. Ciò comporta per le strutture riabilitative un aumento della complessità dei pazienti presi in carico che richiedono la presenza di un team multidisciplinare ed in grado di gestirli nella totalità delle loro esigenze.”
Qual è la sua visione del mondo della riabilitazione?
“La riabilitazione sarà sempre più centrale nella qualità di vita dei pazienti e sempre più complessa. Le riabilitazioni che hanno al loro interno delle unità di risveglio sono reparti ad alta complessità, con competenze non solo strettamente fisiatriche. Ci troveremo come riabilitatori davanti a casi che richiedono un’elevata preparazione e competenze multiple. Più aumentano le conoscenze sulle patologie, più si andrà verso un’offerta riabilitativa differenziata, ultraspecialistica, studiata in modo quasi sartoriale. La Gait Analysis, per fare un esempio, ha portato, rispetto al passato, un avanzamento rilevante nell’approccio riabilitativo del paziente affetto da Malattia di Parkinson o di Sclerosi Multipla. Questa è una prima sfida, già in corso. La seconda, è la gestione della cronicità, conseguente all’invecchiamento crescente della popolazione. Le malattie neurodegenerative richiedono competenze che non possono essere improvvisate e programmi terapeutici riabilitativi all’avanguardia, in grado di rallentare le conseguenze delle patologie e regalare al paziente la migliore qualità di vita possibile.”
Il Gruppo KOS sta lavorando per lo sviluppo di reti cliniche, cosa ne pensa?
“Le reti cliniche sono fondamentali. Un Gruppo così ramificato ha un valore aggiunto: la numerosità di pazienti in trattamento, che rappresenta un bagaglio culturale enorme. Essere isole indipendenti non aiuta nessuno. L’interscambio tra professionisti che lavorano nello stesso settore è, invece, un’occasione di arricchimento, di confronto costruttivo, anche quando si tratta di strutture con competenze e problematiche differenti. Prendere coscienza di essere parte di una stessa rete, con la condivisione delle conoscenze, è un passaggio di crescita per tutti, sia per gli operatori sia per i pazienti.”
La robotica è sempre più parte dei percorsi del Gruppo KOS, quali sono i vantaggi secondo lei dell’uso della tecnologia in riabilitazione?
“La robotica sta regalando riscontri molto positivi, soprattutto nella neuroriabilitazione e nella riabilitazione dell’arto superiore, il più complicato da trattare. Ha anche però un ruolo interessante nell’inquadramento del paziente. Ci sono strumenti di valutazione della postura, dell’equilibrio, dell’andatura, che possono essere molto utili già nella fase di pianificazione del progetto riabilitativo individuale. Pensiamo ai disturbi del cammino dei parkinsoniani: se inquadrati bene all’origine, grazie anche alla robotica, si può ottenere un progetto più preciso, con un punto di partenza più oggettivo, con un dato riproducibile e verificabile, di interesse anche dal punto di vista scientifico. Quindi, la robotica è uno strumento in più per i professionisti non solo in fase strettamente riabilitativa, ma anche nello studio iniziale, nella prima valutazione dei deficit motori e cognitivi del paziente, nell’ottica del miglior risultato finale”.
È autore di numerose pubblicazioni scientifiche, qual è lo studio che l’ha coinvolta di più?
“Ho trovato particolarmente interessante lo studio sull’importanza della valutazione della Tiamina (ndr Vitamina B1), spesso sottovalutata in medicina, nonostante la sua importante ricaduta clinica. Ricordiamo che il deficit tiaminico si rende responsabile di patologie anche fatali. La reversibilità delle patologie collegate alla sua carenza è, infatti, correlata al tempo di riconoscimento precoce del deficit tiaminico. Inoltre, è una ricerca in linea con la crescente attenzione al ruolo dell’alimentazione. Lo screening nutrizionale è uno step importante anche in riabilitazione, perchè l’individuazione di problematiche nutrizionali fin dall’ingresso del paziente aiuta a migliorare l’outcome riabilitativo e a non rallentarlo, intervenendo in via preventiva”.
Nota biografica. Chi è Federico Pacei
Il dottor Federico Pacei si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Milano, dove si è specializzato in Neurologia.
Ha conseguito Master in:
- Diagnosi e Terapia dei Disturbi del Movimento e delle Malattie Neurologiche Degenerative
- Malattie Cerebrovascolari
É medico Ozonoterapeuta, attività ormai praticata da oltre 10 anni secondo le principali linee guida delle società scientifiche nazionali ed internazionali.
Tra le esperienze professionali precedenti è stato medico dirigente: dell’UO di Neurologia dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige, Comprensorio di Merano; dell’Unità Operativa Stroke Unit all’IRCCS Policlinico San Donato dove ha svolto il ruolo di Aiuto; dell’U.O.C. Neurologia dell’Ospedale Bassini, Cinisello Balsamo.
Dott. Federico Pacei
È stato anche responsabile dell’Unità Operativa di Riabilitazione Mirasole Kos Group e medico del Dipartimento di Neurologia e Stroke Unit dell’Istituto Clinico Sant’Anna Brescia dove ha ricoperto il ruolo di Aiuto. Ha svolto attività con qualità di consultant stroke medicine presso la Stroke Unit dell’ East and North Ertfordshire NHS Trust.
Ha alle spalle numerose pubblicazioni scientifiche internazionali e partecipazione a congressi sulle malattie neurodegenerative e cerebrovascolari.
a cura della Redazione Santo Stefano News2023-09-28