Una buona percezione della qualità della vita e l'adesione positiva a un percorso di cura richiedono di ridurre al massimo la condizione di disagio che il dolore comporta. Condizione che coinvolge inevitabilmente anche i familiari, partecipi della sofferenza del paziente.

Il nostro approccio consiste nel trovare il giusto equilibrio nelle scelte terapeutiche adottate, identificando quale percorso per ridurre la sofferenza produca un reale beneficio per la qualità di vita del paziente, superiore ai possibili effetti collaterali delle terapie adottate.

L’idea sviluppata in questi anni è che esiste una molteplicità di strumenti terapeutici in grado di ridurre o annullare il dolore. In quest’ottica, trattare la sofferenza per diminuirne il livello, valutando le situazioni caso per caso, diventa un dovere etico e clinico da quale non si può prescindere. Dal 2010, esiste anche una legge (la n.38), che garantisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore sia ai malati adulti sia a quelli in età pediatrica e che obbliga a riportare nella cartella clinica di ogni struttura sanitaria, le caratteristiche del dolore rilevato, il trattamento praticato, il risultato antalgico conseguito. Questa legge semplifica ulteriormente la prescrizione dei farmaci oppioidi, permettendo al medico l’utilizzo del semplice ricettario del Sistema Sanitario Nazionale.

Il Dolore nei Bambini
Il dolore è una condizione che può diventare insopportabile, soprattutto per i bambini con difficoltà cognitive e di comunicazione. Ecco perché noi lo trattiamo dunque come fosse esso stesso una patologia, con farmaci ove necessario, ma soprattutto attraverso il ricorso a tecniche di rilassamento, spesso svolte insieme al genitore di riferimento in un ambiente predisposto.

E’ lo staff sanitario che deve vigilare e cogliere il livello di dolore, ridurlo e sanare il disagio globale che il bambino avverte sia a livello fisico che psicologico, per restituire a lui e alla sua famiglia la qualità della vita migliore possibile. Il primo passo è la corretta rilevazione del dolore attraverso scale validate dalla comunità scientifica, adatte anche a bambini con scarse capacità comunicative e cognitive, per non sottostimare il fenomeno, ma neppure lasciarlo alla sensibilità personale dell’operatore.

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