I danni del trauma cranico sul cervello

Ogni anno in Italia 70.000 persone diventano disabili a seguito di trauma cranico dopo un incidente stradale in auto, moto, bicicletta o a piedi. Il cervello durante l’impatto può subire un danno dovuto alla pressione di una forza fisica esterna, rapida, improvvisa e violenta, in grado di diminuire o alterare lo stato di coscienza, con ripercussioni nelle funzioni cognitive, comportamentali, emotive e neurologiche, fino allo stato di coma nei casi più gravi, in cui la persona non risponde ad alcuno stimolo ed appare come se stesse dormendo.

“Il rischio elevato ci spinge a sensibilizzare soprattutto i ragazzi e gli adolescenti sui comportamenti corretti da tenere quando sono sulla strada, visto che si preparano a guidare l’autovettura o un ciclomotore,” spiega la neurologa Donatella Saviola, responsabile del Day hospital del Centro Cardinal Ferrari. “I ragazzi dovrebbero prestare maggiore attenzione anche durante azioni semplici come attraversare la strada, che rigorosamente deve avvenire sulle strisce pedonali, quando il semaforo è verde e senza guardare il telefonino” sottolinea la specialista.

Per mantenere lucidità mentale e riflessi pronti alla guida è necessario soprattutto astenersi dall’assunzione di alcol o sostanze, perchè possono generare stato di confusione e ridotta capacità di fronteggiare l’imprevisto. “Comportamenti idonei per una corretta gestione del rischio dovrebbero essere mantenuti anche durante la pratica sportiva – sottolinea l’esperta - Ad esempio nello sci è altamente raccomandato il casco e per esibirsi nei tuffi è necessaria una certa perizia e conoscenza del fondale. Cautela anche negli sport di gruppo in cui è frequente il contatto fisico, come calcio, pallacanestro e rugby”. Anche nel corso delle comuni attività di vita quotidiana è necessario mantenere elevato il livello di attenzione, ad esempio quando si salgono e scendono le scale o si procede in luoghi affollati dove si può essere spinti.

Da alcuni anni il Centro Cardinal Ferrari è impegnato nella prevenzione del grave trauma cranico presso le scuole secondarie di primo e secondo grado, attraverso formazione in aula con l’aiuto di testimonianze e facendo “sperimentare” ai ragazzi la disabilità, ad esempio con il movimento in carrozzina.

“Il nostro obiettivo principale è fare comprendere quali possono essere le situazioni predisponenti al trauma cranico, in quanto spesso non si tratta di condizioni estreme ma quotidiane – spiega la neurologa – Per questo stimoliamo sin dall’inizio un coinvolgimento attivo dei ragazzi, chiedendo loro di raccontarci se hanno avuto esperienze di amici che sono incorsi in un trauma cranico”.

Durante gli incontri in particolare viene raccontata la verità sull’uscita dal coma, che il più delle volte non è quella raccontata nei film, in cui il protagonista ritorna integro in poco tempo come se nulla fosse successo, ma è rappresentata dai numerosi deficit di ordine fisico, mentale e comportamentale, che conducono a riduzione dell’indipendenza, perdita di amici, isolamento, maggiori difficoltà a trovare lavoro e progressivo ritiro sociale.

Per far toccare con mano ai ragazzi quali sono gli esiti di tipo motorio del trauma cranico e come la persona può reagire, abbiamo anche inserito la partecipazione di un ex paziente in carrozzina, che ha risposto alle tante curiosità dei ragazzi. I più grandi, delle scuole superiori, sono stati anche accompagnati in reparto per conoscere i diversi gradi di disabilità residua. Mentre quelli delle medie hanno sperimentato un giro in pista protetta su carrozzina.

“Durante le esperienze abbiamo raccontato ai ragazzi come si svolge il nostro lavoro quotidiano di riabilitatori, che ha lo scopo di facilitare il recupero di una persona con danno cerebrale, sostenendola nell’adattamento alla nuova condizione, da vivere in maniera autonoma e produttiva, per raggiungere la miglior qualità di vita possibile” conclude la specialista.

IL CERVELLO IN SINTESI

I deficit eventualmente correlati al trauma cranico dipendono dalle aree del sistema nervoso centrale. Considerando la struttura del cervello si individuano specificità per ogni emisfero, che controlla movimenti e sensibilità della parte opposta; ad esempio una lesione cerebrale a destra si ripercuoterà a livello dell’emisoma sinistro. 
L’emisfero sinistro, dominante per il destrimane, controlla le funzioni del linguaggio (comprensione, produzione di parole e discorsi), la lettura e la scrittura.
L’emisfero destro controlla le funzioni visuo-spaziali (memoria visiva), capacità di copiare e disegnare, l’apprendimento di ritmi e musica.
Il cervello può essere suddiviso in vari lobi che si caratterizzano per diverse funzioni:
Lobo frontale: Controllo emotivo, produzione del linguaggio, pianificazione, problem solving e attivazione movimenti volontari.
Lobo parietale: Controllo sensazioni provenienti dall’esterno: tattili, percezione dello spazio, associazione immagini verbali-visive.
Lobo temporale: Memoria, comprensione del linguaggio, capacità musicali, regolazione comportamento.
Lobo occipitale: Percezione delle immagini visive.

 

 

 

 


2018-03-09