Il senso della professione infermieristica

Ogni anno il 12 maggio si celebra la Giornata Internazionale dell’Infermiere. Una data legata alla nascita di Florence Nightingale, fondatrice delle Scienze infermieristiche moderne, e che è diventata l’occasione, come si legge sul sito della Fnopi per far sì che la professione “parli di sé” con i ricoverati negli ospedali, con gli utenti dei servizi territoriali, con gli anziani, con gli altri professionisti della sanità, con i giovani che devono scegliere un lavoro, con tutti coloro che nel corso della propria vita hanno incontrato o incontreranno “un infermiere”. Nel periodo di emergenza Coronavirus, più che mai la figura dell’infermiere è entrata in campo con medici e altri operatori sanitari per far fronte all’epidemia. Eroi, angeli, il loro impegno in corsia è rimasto nel cuore di tutti.

In realtà, non è cambiato molto. L’infermiere affronta sempre situazioni drammatiche e rischiose – spiega Rita Comberiati, coordinatrice infermieristica del Centro Cardinal Ferrari Santo Stefano Riabilitazione di Fontanellato - . Quello che è cambiato è la visibilità del nostro ruolo. Purtroppo in questi mesi abbiamo affrontato un' emergenza mondiale. Tutti in un modo o nell’altro siamo stati coinvolti in una situazione tragica e tutti hanno potuto capire quanto sia stato fondamentale il lavoro di alcune figure quali medici infermieri, operatori sanitari ecc. Ho sentito spesso alcuni miei colleghi intervistati che non si sentivano affatto eroi, anzi questa parola li metteva quasi a disagio, perché per loro prendersi cura delle persone, covid o non covid, è "normale".

Quale significato particolare acquista questa giornata del 12 maggio?

Essere consapevoli del nostro valore ed esserne orgogliosi. Spesso noi infermieri soffriamo di una timidezza cronica nel mostrare il nostro sapere e le nostre competenze. Dobbiamo trovare il coraggio di assumerci le nostre tante responsabilità e rivendicare le nostre autonomie. Soprattutto ricondividere il nostro unico obiettivo che è il prendersi cura degli altri”.

Come si trova questo coraggio nella professione?

Molti mi prendono in giro perchè alla parola paramedico preferirei il termine “parapaziente". Dal mio punto di vista, in quanto infermiera, cosi come il medico, sono a fianco del paziente e insieme a tutte le figure sanitarie collaboro e partecipo attivamente al processo di cura. E' vero che l’infermiere essendo il professionista responsabile dell’assistenza mette in atto disposizioni indicate da altri professionisti ma questo “eseguire” fa parte della pianificazione infermieristica che è un processo volto alla risoluzione dei problemi all’interno delle macroaree relative alle attività di vita. La soluzione di alcuni problemi, detti problemi collaborativi, richiedono l’intervento del medico o di altre figure professionali. Altre problematiche possono essere affrontate e risolte autonomamente dall’infermiere”.

Formazione, si va verso un futuro di infermieri sempre più specializzati?

Certo. Occorre tanta formazione e specializzazione. Io personalmente non credo alla figura dell’infermiere factotum. Operiamo in un settore in continua evoluzione ed è molto difficile stare al passo. Io credo fermamente nella necessità di una formazione di base triennale e in una specializzazione biennale. Attualmente esistono i master clinici per specializzazioni in area critica, pediatria, psichiatria, infermieristica di famiglia,vunologia. Esistono anche master manageriali, come quelli per il coordinamento di professioni sanitarie e quelli specifici come il tutoraggio o l’infermieristica legale forense. Da non dimenticare la laurea magistrale che dà l’accesso all’insegnamento e ai tre anni per il dottorato di ricerca”.

Infermieri a domicilio, in questo periodo è emersa in modo particolare la necessità di prestare assistenza a casa. Sono state formate squadre speciali per questi compiti, come questa esperienza potrebbe migliorare/rafforzare i servizi esistenti?

Sono anni che si parla di ottimizzare l’assistenza a domicilio. Esiste la figura dell’infermiere di famiglia, un professionista con una solida formazione scientifica in grado di saper individuare i bisogni di salute, di insegnare alle persone a saper utilizzare i servizi sanitari. Una figura che si occupa di prevenzione e di cura. L’assistenza a domicilio garantisce la continuità assistenziale trasferendo alcuni trattamenti sanitari dall’ospedale alla famiglia. E’ sicuramente un sistema che rende più sostenibili i costi della cronicità. Spero che questa esperienza non sia un bisogno emergenziale ma che crei le basi di un sistema auspicato dall’OMS da parecchi anni e che spesso è stato osteggiato per la volontà di non riconoscere alla professione infermieristica la giusta dignità. Ricordo che in molte regioni l’infermiere non è presente sulle ambulanze del 118”.

Qual è l'aspetto più bello,il senso della professione infermieristica?

Ti insegna ad apprezzare davvero la vita e i veri valori di amicizia, famiglia, amore attraverso l’esperienza altrui della sofferenza e ti prepara ad affrontare i problemi quotidiani con un diverso punto di vista, ti impegni a godere tutti i momenti della tua giornata. Sorrido sempre quando mi viene chiesto: “ma come fai a sopportare il dolore altrui?”. Io non sopporto ma dò supporto a chi si trova in un momento particolare della sua vita e ne ricevo in cambio una gratificazione enorme, inspiegabile con le parole”.

Tante ricerche urgenti di infermieri. Cosa dovrebbe spingere un giovane ad intraprendere questo lavoro?

Cito una frase forse abusata ma vera di Rawsi Williams: “Fare quello che nessun altro farà, in un modo che nessun altro può fare, a dispetto di tutto ciò che si può pensare; questa è l’essenza di un infermiere”. Quale descrizione migliore per indicare un supereroe? L’infermiere è un professionista indispensabile per il soddisfacimento del bisogno di salute degli individui. Questo essere importanti per la società può essere la motivazione giusta per intraprendere questa strada. Diventare infermiere forse non è difficile, ma esserlo richiede impegno e studio continuo, sacrificio e anche un pizzico di passione. In cambio si avrà il privilegio di prendersi cura degli altri. Sconsiglio di scegliere questa professione solo perché offre buone possibilità di impiego, tale motivazione non sarà sufficiente a far sopportare il lavoro a turni stipendi esigui e scarso riconoscimento sociale. La professione infermieristica ha bisogno di persone motivate e preparate che sappiano dare la giusta immagine e lottare per ottenere gli adeguati riconoscimenti”.

 


2020-05-11