La robotica aiuta la riabilitazione?

Si è concluso con successo il convegno nazionale “Nuove tecnologie e umanizzazione delle cure nella neuroriabilitazione” promosso dal Centro Cardinal Ferrari (Gruppo Santo Stefano) giovedì 6 giugno nella Rocca Sanvitale di Fontanellato. Un convegno che ha portato a Fontanellato esperti provenienti da diversi ospedali d’Italia che operano nella riabilitazione di adulti e bambini. Dall’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma al Gaslini di Genova, dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa all’Università di Parma e altri ancora. A far da comune denominatore agli interventi dei relatori la necessità di un confronto sul tema della robotica in riabilitazione. Sempre di più oggi si utilizzano nuove tecnologie nei percorsi riabilitativi sia degli adulti sia dei bambini ma come cambia il rapporto con il medico ed il paziente? Quali sono i reali vantaggi dei diversi strumenti e come si inseriscano nelle tradizionali routine della medicina riabilitativa, e quale reale supporto fornisce oggi la robotica?

Il convegno ha offerto al pubblico diverse esperienze di integrazione di nuove tecnologie nello sviluppo del progetto riabilitativo nell'ambito della neuroriabilitazione adulto. Il cavallo robotico applicato all’ippoterapia, gli esoscheletri indossabili, realtà virtuale, piattaforme stabilometriche per l’equilibrio, tecnologie per la verticalizzazione del paziente non responsivo, realtà aumentata, comunicazione aumentativa. Tante le strumentazioni presentate dai relatori per raccontare come sempre di più la riabilitazione stia diventando tecnologica.

«La robotica oggi rappresenta un’opportunità per la riabilitazione che va colta sfruttandone tutti i vantaggi che offre a beneficio del paziente – spiega Antonio De Tanti direttore del Centro Cardinal Ferrari - . Al Centro da diversi anni abbiamo iniziato ad integrare le nuove tecnologie nei percorsi terapeutici rivolti ad adulti e a bambini continua - . Realtà virtuale, Erigo, Euleria health, Tecnobody, Neurowave, sono alcune delle strumentazioni di cui ci siamo dotati. Ma se da un lato la robotica può essere utile a supportare il nostro lavoro quotidiano, dall’altro è anche una sfida: non perdere di vista l’utilità reale del robot rispetto alle esigenze del paziente che trattiamo e lo studio medico scientifico sistematico dei benefici ottenuti a seconda dei singoli casi”.

Il convegno ha posto una riflessione su come l’utilizzo appropriato ed equilibrato delle tecnologie possa di fatto migliorare il livello di umanizzazione delle cure, piuttosto che creare una barriera tecnologica che si frappone tra paziente, care-giver e curante.

“Dalla nostra esperienza, tecnologia e umanizzazione è un binomio possibile – conclude De Tanti - Il paziente non ha una reazione negativa, entra in sintonia con la tecnologia, la “indossa”, ne intuisce il valore aggiunto come stimolo in più verso il recupero. Ma non deve mai venire a mancare la personalizzazione del percorso di cura. Le nuove tecnologie, se usate correttamente, aiutano a creare protocolli sempre più individuali grazie alla registrazione precisa dei parametri del paziente durante le sedute. Valori che permettono a noi riabilitatori di personalizzare sempre più l’esercizio successivo, affiancando l’osservazione clinica e lavorando su obiettivi e step valutati di volta in volta dall’equipe che ha preso in carico il paziente».

 Guarda la videointervista al dottor Antonio De Tanti direttore del Centro Cardinal Ferrari 

 

 


2019-06-11