Ictus, la presa in carico del paziente

"Up Again" (Su di Nuovo), questo lo slogan 2018 della giornata mondiale contro l’ictus cerebrale che ricorre lunedì 29 ottobre.  Una patologia che è oggi la prima causa di disabilità dell'adulto. I dati parlano di 150.000 nuovi casi di ictus ogni anno in Italia, di questi più di 50.000 persone ogni anno hanno come esiti gravi lesioni cerebrali e  gravi disabilità. Si tratta di quadri complessi, del recupero di funzioni (motorie e cognitive) compromesse e che necessitano di interventi riabilitativi qualificati e multidisciplinari per restituire alla persona colpita da ictus la maggiore autonomia possibile. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel rapporto “Rahabilitation 2030: A Call for Action”, presentato a Ginevra nel febbraio scorso, ha collocato la riabilitazione tra le priorità del XXI Secolo e sollecita i sistemi sanitari nazionali a sviluppare azioni e strategie per il suo sviluppo contro un’idea ancora diffusa che relega la riabilitazione a un ruolo solo complementare e relativamente marginale rispetto al complessivo bisogno di salute dei cittadini.

Cos'è l'ictus?
L’ictus viene definito come un disturbo neurologico, ad insorgenza acuta, che si manifesta clinicamente con sintomi e segni derivanti da lesione focale cerebrale. L’ictus sostanzialmente può essere di due tipi: ischemico o emorragico. L’ictus ischemico, è solitamente più frequente, ed è causato da un ostacolo al flusso sanguigno diretto al cervello. L’ostacolo può essere dovuto ad un restringimento progressivo o ad una chiusura improvvisa di un’arteria.  L’ictus emorragico è causato dalla rottura di un’arteria cerebrale; ciò può verificarsi  per aumento della pressione arteriosa, come nel caso di un’emorragia cerebrale primitiva, oppure per la presenza di una malformazione congenita della parete dell’arteria (aneurisma). In quest’ultimo caso si parla di emorragia subaracnoidea.

Il percorso riabilitativo.  I pazienti colpiti da ictus che sopravvivono all'evento, dopo un periodo trascorso nei reparti per acuti (Stroke Unit, Rianimazioni, Neurologie), iniziano un percorso di riabilitazione che a seconda della gravità delle condizioni cliniche e neurologiche all’ingresso, avrà percorsi diversificati.  La valutazione riabilitativa del soggetto affetto da ictus rappresenta un momento importante della presa in carico del paziente; è fondamentale per la pianificazione del trattamento riabilitativo sia durante lo svolgimento dello stesso, sia alla fine del programma, una volta che il paziente deve affrontare, là dove sia possibile il reinserimento nella vita familiare e sociale. Nei soggetti colpiti da ictus grave, è solitamente, necessaria una prima fase di stabilizzazione clinica, volta al mantenimento dell’equilibrio metabolico ed emodinamico, nonché al trattamento delle infezioni ed alla prevenzione dei decubiti; è fondamentale, inoltre,  lo svezzamento dai presidi invasivi, la fisioterapia respiratoria mirata a ridurre le secrezioni bronchiali e salivari nei pazienti a lungo allettati e portatori di cannula tracheostomica, associata all’adattamento alla stazione seduta in carrozzina, anche quando ancora non si è verificato un recupero di coscienza.

Tecnologie e ictus. Tra le nuove tecnologie applicate alla riabilitazione va menzionata il supporto della robotica che sfrutta la possibilità di un approccio riabilitativo basato sull’interazione tra uomo e macchina con la possibilità di ricavare dati precisi utili sia alla valutazione dei compiti eseguiti sia alla comprensione dei processi di recupero. Tra le tecnologie anche la realtà virtuale, applicata  al recupero di competenze motorie compromesse in seguito ad ictus o traumi cranici, programmi volti al potenziamento delle abilità cognitive e percorsi finalizzati al recupero di autonomia nelle attività complesse della vita quotidiana.

 


2018-10-28