Riabilitazione bambini, l’importanza dei setting

Ambienti a misura di bimbo, progetti ludico creativi stimolanti e ausili in grado di agevolare le attività. I setting riabilitativi rivolti ai pazienti in età evolutiva rivestono un ruolo strategico nel trattamento terapeutico. Più sono specifici, più aiutano ad aumentare la collaborazione dei piccoli al programma di cura. Ambienti colorati, giochi adattati, pareti animate da personaggi dei cartoni animati, approcci terapeutici che sanno richiamare la fantasia e proporsi in modo divertente. Sono tutti elementi e principi alla base dei setting ricreati in palestra e nei reparti per le attività a secco, o in piscina, per le attività di idrochinesiterapia.  L’ambiente acquatico in questo senso è di grande aiuto, fa sentire i bambini più liberi, si divertono, gli operatori possono avvalersi di ausili per il galleggiamento, di giochi stimolanti che aiutano a stare in posizione eretta, incentivare le terapie con la fantasia e storie legate al mondo acquatico (in un setting, ad esempio, era stata utilizzata la storia di Nemo,il noto pesciolino della Pixar con una pinna atrofica, per stimolare i movimenti e gli esercizi di respirazione).  I setting a secco richiedono uno studio diverso ma sempre basato sul gioco e sull’uso di ausili colorati. Un setting ludico rivelatosi efficace a stimolare l’autonomia è il setting cucina, con stoviglie e posate adattate e sicure per i piccoli, grembiule e cappello da chef. Muoversi in cucina e testare le ricette è un modo per sentirsi grandi. Giocando si imparano attività come lavarsi le mani prima di cucinare; indossare il grembiule diventa il gioco per imparare a vestirsi; impugnare il cucchiaio è abituare all’uso degli utensili della quotidianità. Esiste poi il setting tecnologico. Oggi la Realtà Virtuale, sta risultando particolarmente efficace in età evolutiva. Le simulazioni si avvicinano ai videogame, con la caratteristica però di essere molto specifiche, personalizzate ed in grado di tenere sotto controllo i parametri dell’esercizio proposto al paziente, in modo da graduare il livello di difficoltà rispetto alle sue capacità. La realtà virtuale permette così di avere un progetto riabilitativo mirato ma che si concretizza in un’attività di gioco per il bambino, con molta soddisfazione degli operatori che riescono ad ottenere una maggiore collaborazione da parte dei pazienti.  

 

 

Rosaria Frisina
2019-03-08