La musica come parte integrante nei percorsi terapeutici in pazienti in condizioni di coma, post coma e nella riabilitazione neurologica.

Il Santo Stefano Riabilitazione, oramai da un quarto di secolo, ha introdotto nei suoi progetti riabilitativi personalizzati anche la musicoterapia quale disciplina “evidence based”, ovvero basata su rigorose valutazioni cliniche e su evidenze scientifiche. 

La musica, infatti, agisce sul cervello umano come esperienza complessa, in quanto coinvolge contemporaneamente varie aree cerebrali che riguardano sia le funzioni cognitive sia quelle emotive ed affettive, così come le funzioni sensoriali e motorie.

E proprio questa complessità della musicoterapia, che deriva dal suo carattere multidisciplinare, richiede l’intervento di operatori musicoterapeuti che siano professionisti esperti.

Ne parliamo con Rita Meschini, la musicoterapeuta che si occupa di questa disciplina, all’interno della sede di Porto Potenza Picena del Santo Stefano Riabilitazione, dal 1997, da quando, cioè, sotto la direzione del dr. Massimo Vallasciani, la musicoterapia venne introdotta come attività da integrare nella riabilitazione dei pazienti in stato vegetativo e a bassa responsività a seguito di una grave lesione cerebrale acquisita.

In che consiste la musicoterapia?

La pratica musicoterapica consiste nell’utilizzo della musica e di tutte le sue componenti parametriche (intensità, dinamica, timbro, melodia, ritmo e armonia) mediante attività realizzate con strumenti musicali e con la voce, con la finalità di facilitare il ripristino e/o la compensazione delle funzioni deficitarie nei pazienti con gli esiti di un trauma cranico o di un evento cerebrovascolare (ictus, emorragia cerebrale). Il paziente viene coinvolto attivamente fin dalle prime fasi del percorso musicoterapico in modo da stimolare le funzioni sensoriali, cognitive e motorie con un’esperienza che sia allo stesso tempo piacevole e gratificante. Il musicoterapeuta crea una relazione terapeutica mediante tecniche di sintonizzazione proprie della comunicazione non verbale, al fine di rendere il paziente collaborante e disponibile.

Gli obiettivi vengono definiti e condivisi con tutta l’équipe multiprofessionale.

Il musicoterapeuta, infatti, è operatore integrato nell’equipe multidisciplinare medico-riabilitativa e si confronta costantemente con tutte le figure professionali che intervengono sul paziente. 

Quanti pazienti sono stati trattati con il servizio di musicoterapia, in questi anni, a Porto Potenza?

Il nostro archivio registrato parte dal 2007. Da allora ad oggi è stato superato il numero di oltre 350 pazienti

Quali sono, concretamente, gli obiettivi potenzialmente raggiungibili sul paziente attraverso la musicoterapia?

Per i pazienti con alterazione persistente dello stato di coscienza la musicoterapia è finalizzata alla valutazione e al recupero della coscienza e della responsività, agevolate dalla comunicazione non verbale propria del canale sonoro musicale. L’esperienza musicale proposta in musicoterapia fornisce utili informazioni sul reale stato di coscienza di pazienti definiti non responsivi.

Inoltre la musicoterapia è risultata particolarmente indicata con i pazienti con disturbi del linguaggio, in quanto il ritmo, l’intonazione e il canto, facilitano il miglioramento dell’efficacia comunicativa in pazienti con afasia e il riemergere dell’uso della parola.

Perché la musica?

Il ritmo della musica funge da elemento di trascinamento nella regolarizzazione e nella coordinazione del passo e della manualità, la melodia e il contorno musicale costituiscono un riferimento nell’orientamento e nella riorganizzazione spaziale in pazienti con neglect o con disturbi delle prassie, la musica nella sua combinazione complessa di ritmo, melodia e armonia favorisce l’apprendimento e la memoria, la capacità evocativa ed emotiva dell’esperienza musicoterapica agisce sul tono dell’umore, sulla motivazione e sulla tolleranza della frustrazione.

Oltre a portare avanti il lavoro clinico in ospedale, in questi 25 anni di musicoterapia al Santo Stefano è stata fatta anche un’attività di ricerca e di divulgazione scientifica?

Assolutamente si. L’attività musicoterapica dell’istituto S. Stefano di Porto Potenza è stata oggetto di pubblicazioni su riviste specialistiche e in vari libri e manuali di area musicoterapica.

Abbiamo inoltre organizzato convegni, cui sono intervenuti anche esperti di fama internazionale, dedicati sia all’applicazione riabilitativa della musicoterapia in età evolutiva, da cui è derivata la pubblicazione del libro “Abili per la musica? Vivere da bambini tra riabilitazione e socialità” edito da Franco Angeli, sia alla musicoterapia nella riabilitazione delle gravi cerebrolesioni acquisite.

Nel corso degli anni, abbiamo anche presentato e documentato il lavoro clinico svolto al Santo Stefano con interventi a convegni nazionali e internazionali sia di ambito musicoterapico che medico scientifico.

In collaborazione con l’allora Centro di Formazione del Santo Stefano, abbiamo anche realizzato corsi di formazione, anche ECM, rivolti a musicoterapeuti e ad altre figure professionali medico sanitarie.

È stata condotta anche della ricerca?

Per quanto riguarda la ricerca sono state avviate collaborazioni con altri centri di riabilitazione, ove fosse possibile avvalersi di musicoterapeuti esperti, con l’obiettivo di verificare la possibilità di realizzare studi multicentrici sull’efficacia dei protocolli di intervento musicoterapico nella riabilitazione neurologica consolidati in anni di attività e per validare strumenti di assessment ideati e sperimentati in via preliminare presso il Servizio di musicoterapia del S. Stefano di Porto Potenza Picena.

Al dr. Antonello Morgantini, attuale direttore della sede di Porto Potenza del Santo Stefano Riabilitazione, chiediamo come vede il futuro della musicoterapia?

Il futuro è la dimensione che preferisco, il luogo dove i sogni nel cassetto possono diventare realtà. Santo Stefano ha sempre lavorato con un occhio al futuro per il miglioramento della qualità dell’assistenza e per una migliore organizzazione delle cure, per stare al passo con l’evoluzione del Sistema Sanitario e i progressi della scienza medica. Insieme a robotica, realtà virtuale, intelligenza artificiale, che sono solo una parte delle nuove iniziative del Gruppo, evolve la necessità di integrare i modelli di presa in carico della persona disabile, per aumentare il contenuto tecnico e scientifico senza dimenticare la dimensione profondamente umana del nostro operare. Per far sì che futuro, innovazione e tradizione continuino a suonare come “musica” per le nostre orecchie.


2022-12-19