Innovazione tecnologica al centro del Congresso Simfer
Ri-abilitazione e disabilità attraverso il ciclo della vita, questo il titolo del 45° Congresso SIMFER –Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa che si è concluso a Genova (il prossimo nel 2018 ad Ancona). L’innovazione e il progresso hanno migliorato e ampliato l’aspettativa e la qualità di vita della persona generando bisogni riabilitativi nuovi e complessi e nello stesso tempo rendendo disponibili strumenti per affrontarli fino a pochi anni fa inimmaginabili. Il confronto fra problemi riabilitativi emergenti ed innovazione tecnologica e farmacologica è stato il tema al centro del dibattito e dei contributi scientifici del Congresso.
In un’epoca nella quale l’accesso illimitato alle informazioni rischia di diventare in molti casi fonte di disinformazione il Congresso si è posto come occasione di discussione, verifica e confronto in merito alle nuove proposte ed ai più recenti contributi scientifici.
Il programma del Congresso ha posto l’accento su due temi principali ed attuali che pongono importanti sfide alla riabilitazione: il ciclo della vita; l’innovazione tecnologica e farmacologica. La Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa è impegnata da sempre a sostenere la ricerca basata sulle evidenze e la formazione scientifica dei suoi associati a garanzia di risposte ri-abilitative innovative, aggiornate e appropriate e a contrastare approcci e proposte improvvisate e prive di “razionale” scientifico.
La prima giornata ha approfondito, in ottica riabilitativa, opportunità e problemi legati al ciclo della vita, dal neonato prematuro fino al “grande vecchio”. Longevità, aumentata sopravvivenza in situazione di fragilità e ridotta autonomia, disabilità “minime” e di difficile inquadramento, “long life disability” e cronicità, situazioni a lento recupero, transizione tra le differenti età della vita sono solo alcuni dei temi che sono stati affrontati nelle differenti sessioni.
La seconda giornata ha affrontato il tema dell’innovazione tecnologica a supporto della riabilitazione. Le diverse sessioni hanno approfondito aspetti generali come i problemi etici e di accettazione delle nuove tecnologie, l’impatto della tecnologia sul funzionamento della persona, l’interazione e la comunicazione uomo macchina, i costi e l’accessibilità dell’innovazione tecnologica e problemi particolari come il contributo della tecnologia alla valutazione del “funzionamento” della persona, al sostegno dei processi di recupero , alla sostituzione parziale o totale delle funzioni compromesse.
Intenso il dibattito sul ruolo della tecnologia nella semplificazione dell’accesso alle cure riabilitative, nella continuità della presa in carico, nell’ottimizzazione dei percorsi, nella sicurezza dei dati, nel sostegno alla qualità e all’appropriatezza degli interventi riabilitativi.
Un momento di riflessione e confronto è stato dedicato al rapporto tra farmaco, stili di vita e riabilitazione oggi. Lo specialista in Medicina Riabilitativa sente la responsabilità di contribuire allo sviluppo di molecole in grado di sostenere i processi di recupero, di utilizzare le nuove molecole disponibili in modo appropriato, ma, soprattutto, di essere in grado di equilibrare con competenza tutti i contributi terapeutici, farmacologici e non, per consentire l’espressione delle massime potenzialità della persona disabile nelle sue relazioni e nel suo ambiente. Questo è il motivo per il quale le sessioni sono state organizzate non in relazione a categorie di farmaci o a patologie, ma in relazione alle fasi ed agli effetti positivi o negativi delle molecole sul processo di recupero. Infine, in ultima giornata, si è dato spazio ad alcune tematiche particolari che sottolineano e valorizzano la trasversalità e la vocazione interdisciplinare della Medicina Riabilitativa.
2017-11-09