In cosa consiste la valutazione della disfagia?

La disfagia nella popolazione adulta, nelle strutture per acuti così come nei  centri di riabilitazione e strutture residenziali, è elevata e destinata ad aumentare in relazione al prolungamento della vita. Poi, Ictus, Parkinson, traumi cranici e altre patologie che comportano danni al sistema nervoso hanno un riflesso anche sulla capacità di deglutizione (disfagia). In questi casi, a una valutazione funzionale del fisiatra e alle indagini strumentali, segue l’elaborazione di un programma di rieducazione specifico che viene poi eseguito dal logopedista. E' previsto l’intervento e la collaborazione di molteplici soggetti: oltre a quelli citati, anche il fisioterapista, l’infermiere, il dietista e, non ultimi, i familiari.
Il programma prevede innanzitutto una valutazione del deficit funzionale e uno screening per la determinazione del rischio di aspirazione (cibo che può finire in trachea), condotti mediante indagine clinica e strumentale.
La valutazione funzionale della disfagia prevede un controllo della respirazione (secrezioni bronchiali), della postura, della voce e del linguaggio, della gestione della saliva, dei residui orali e/o faringei.
Vengono poi condotte prove della funzionalità deglutitoria con saliva, acqua e sostanze semisolide. La riabilitazione prevede l’attuazione di tecniche rieducative (come forza, resistenza e coordinazione di bocca e viso, lingua e mandibola, mobilizzazione e stretching dei muscoli dell’osso ioide e del collo), metodiche di compenso (come l’adozione di posture che facilitino la deglutizione) e provvedimenti adattativi riguardanti ad esempio la dieta.

 

 

 


2018-09-03