Il Terapista Occupazionale nel team riabilitativo

Si celebra ogni anno il 24 maggio la giornata nazionale del Terapista Occupazionale, perché proprio il 24 maggio del 1997 è la data in cui è stata riconosciuta questa figura professionale. Una professione sanitaria che è entrata nei team riabilitativi per promuovere la salute e il benessere attraverso l’occupazione.

“La terapia occupazionale è sostenuta dalla “Scienza Occupazionale”, nata per la ricerca scientifica, basata sull’importanza dell’occupazione nella natura umana.  È  un processo riabilitativo che, adoperando come mezzo privilegiato il fare e le molteplici attività  della vita quotidiana, attraverso un intervento individuale o di gruppo, coinvolge la globalità della persona con lo scopo di aiutarne l’adattamento fisico, psicologico o sociale, per migliorarne globalmente la qualità di vita pur nella disabilità” (cit AITO).

Chi è il terapista occupazionale
Il Terapista Occupazionale è una figura professionale che ha il compito di aiutare la persona a recuperare l'indipendenza nelle attività della vita quotidiana come vestirsi, badare all'igiene personale, mangiare, applicare protesi e ausili e addestrare al loro uso, modificare gli ambienti al fine di migliorare l'autonomia funzionale del paziente. Questa figura lavora quindi sul miglioramento della vita di tutti i giorni, in base alle possibilità e ai desideri del paziente. Il TO è uno dei componenti il team multiprofessionale di specialisti che, condividendo la stessa filosofia riabilitativa, lavorano insieme per costruire il progetto riabilitativo individuale, pensato su misura per ogni paziente. 

Il Gruppo Santo Stefano Riabilitazione prevede all’interno dell’equipe professionale la figura del Terapista Occupazionale e ha messo in campo una serie di programmi di gruppo o individuali mirati al recupero della migliore autonomia possibile con percorsi personalizzati a seconda della patologia e della fascia d’età.

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L’esperienza del Centro Cardinal Ferrari di Fontanellato (Parma) 
Il Centro Cardinal Ferrari Santo Stefano Riabilitazione di Fontanellato (Parma) ha avviato da oltre dieci anni il Servizio di Terapia Occupazionale. Percorsi in cui i pazienti sono coinvolti in esperienze sempre più ecologiche, che li portano a sperimentare in sicurezza, prima in setting molto strutturati nel contesto di laboratori tematici e poi fuori dalle mura dell’ospedale, attività che il trauma ha troppo a lungo bloccato. Tutte attività che entrano nel percorso riabilitativo a pieno titolo accompagnando il cammino terapeutico tradizionale, agendo anzi da stimolo alle attività riabilitative classiche (palestra, colloqui psicologici…) e alla socializzazione (acquisizione della sicurezza dopo un evento traumatico: “posso uscire”, “posso fare shopping”, “posso tornare ad essere autonomo”). Nel percorso di studi universitario, tra l’altro, il Centro Cardinal Ferrari di Fontanellato è riconosciuto come sede d'eccellenza per il tirocinio degli studenti del corso di laurea in Terapia occupazionale dell'Unimore (Università di Modena e Reggio Emilia). In questi anni al Centro le attività avviate nell’ambito della terapia occupazionale sono state tante e diverse. L’Ortoterapia, con la predisposizione di uno spazio all’aperto adattato anche per i pazienti in carrozzina (ad esempio tramite vasche sovraelevate e camminamenti lungo le aiuole) strutturato in collaborazione con esperti e tecnici del vicino Parco regionale Boschi di Carrega; la Montagnaterapia, con le uscite organizzate in collaborazione con il CAI; l’Arte Terapia con lezioni teoriche in aula, visite ai musei del territorio e l’organizzazione di una mostra coi quadri realizzati dai pazienti presso la Rocca di Fontanellato; il Teatro, con spettacoli allestiti presso il Teatro di Fontanellato in collaborazione con attori e registi professionisti ed il Comune di Fontanellato; lo Sport, coi corsi di sci a Sestriere, l’annuale torneo di ping pong, le lezioni di tiro con l’arco, il nuoto in piscina, l'avviamento al nuoto e allo sport con la Cooperativa Gioco; la pet therapy e l'ippoterapia, in collaborazione con il circolo ippico di Fontanellato; i progetti di socializzazione, attraverso anche trasferte all’esterno della struttura, per mettere alla prova l’autonomia e la sicurezza personale dei pazienti; attività di vita quotidiana, come cucinare o fare la spesa; laboratori come quello di falegmameria e quello di musica. Punta di diamante del Servizio di Terapia Occupazionale resta il Ritorno alla Guida in sicurezza, uno dei primi progetti del Servizio e che ha visto ad oggi tornare al volante oltre un centinaio di pazienti dal 2006.

Terapia Occupazionale in età evolutiva
L’intervento di terapia occupazionale è fondamentale per i bambini e gli adolescenti perché si svolge in situazioni di vita quotidiana, favorendo la partecipazione alle attività dei pari. I benefici sono evidenti sullo sviluppo e sulle performance, ma anche sul benessere generale e sulla prospettiva di vita” spiega Donatella Saviola neurologa del Santo Stefano Riabilitazione e referente della Sezione speciale della Società italiana di riabilitazione neurologica (Sirn) sulla Riabilitazione in età evolutiva.
Ogni paziente che segue un programma di terapia occupazionale ha un percorso personalizzato, redatto da un team riabilitativo che accomuna medici, terapisti occupazionali, fisioterapisti, logopedisti, neuropsicologi e altri specialisti - spiega la Saviola -. Quando il nostro paziente è un bambino rivolgiamo grande attenzione alla famiglia, coinvolta attivamente“Se con l'adulto si procede attraverso spiegazioni e simulazione del compito, con il bambino il percorso è di crescita e necessita di un intenso coinvolgimento della famiglia, a partire dalla presa in carico e da parte di tutto il team riabilitativo. “L’alleanza terapeutica con i genitori e gli adulti importanti per il bambino deve essere creata con cura e mantenuta lungo tutto il percorso riabilitativo, che comprenderà anche fasi periodiche di follow-up” conclude.  Gli interventi riabilitativi di sostegno allo sviluppo potranno essere di tipo ecologico, immaginativo, virtuale o robotico. Anche se la terapia occupazionale è svolta perlopiù in contesti concreti, infatti, una delle nuove frontiere di questo tipo di riabilitazione è la realtà virtuale. 

La Terapia Occupazionale in gruppo
La Terapia Occupazionale mette in campo tutte le strategie disponibili per consentire il miglior recupero adattativo della persona, compatibilmente con l’entità dei danni subiti. La TO nel percorso riabilitativo è strategica in quella fase di recupero dedicata alla ricerca del maggiore grado di autonomia possibile, per agevolare il reinserimento del paziente nel contesto di vita familiare, sociale e lavorativo. Il terapista occupazionale è una figura che opera in un team multidisciplinare, collaborando ad un progetto riabilitativo mirato. Ogni paziente ha infatti una storia, bisogni ed esiti diversi, sulla base dei quali il team valuta contesti terapeutici personalizzati. Il trattamento può essere, quindi, proposto in modo individuale e/o di gruppo in base agli obiettivi riabilitativi. Un paziente potrebbe aver bisogno, per fare un esempio, di un setting protetto o di un programma di addestramento per il rientro a domicilio. In questi casi, le attività di TO vengono proposte in sedute individuali. Nella nostra esperienza, il gruppo ha una sua efficacia terapeutica perché è in grado di innescare dinamiche stimolanti, di motivare i partecipanti a “fare”,a socializzare, a mettersi in gioco, aiutando l’autostima cuni limiti legati agli esiti della malattia. In diversi casi, inoltre, dalla cucina all’arte terapia, le attività di gruppo hanno favorito l’aggregazione tra i pazienti che si sono motivati anche alle altre attività riabilitative convenzionali.(cit. In cammino rubrica Domande Frequenti con Donatella Saviola responsabile Servizio TO Centro Cardinal Ferrari). 

 


2019-05-24