Alzheimer, è importante la diagnosi precoce

Si celebra oggi, sabato 21 settembre, la XXVI Giornata Mondiale Alzheimer, istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Alzheimer Disease International (ADI) per sensibilizzare le persone a questa malattia che è stata definita l'epidemia silente del ventesimo secolo. 

Riconoscere i sintomi per tempo, per intervenire precocemente. Il morbo di Alzheimer è la forma più comune di demenza, ovvero di perdita di memoria e di altre abilità intellettuali che, manifestandosi in modo progressivo, vanno ad interferire con la vita quotidiana della persona. Il morbo non va confuso con l’invecchiamento, anche se è una malattia che aumenta il suo rischio di insorgenza con l’aumentare dell’età (la maggior parte dei casi vengono riscontrati intorno ai 65 anni, ma può esserci anche insorgenza anticipata tra i 40 e 50 anni). Nelle sue fasi iniziali, la perdita di memoria è leggera, ma nella fase avanzata le persone perdono la capacità di relazionarsi con gli altri e con l’ambiente che li circonda.

Anche se attualmente non esiste una cura, con una diagnosi precoce si può agire per rallentare temporaneamente il peggioramento dei sintomi della demenza e migliorare la qualità della vita delle persone colpite e di chi le assiste. GUARDA IL VIDEO 

Prevenire si può, alcuni consigli per invecchiare bene

Non ci si pensa finché non accade, ma chi si avvicina ai 60 anni deve essere consapevole dei rischi di sviluppare demenza e provare a giocare d’anticipo per rallentarne il corso.
 Ecco alcuni preziosi consigli su come prendersi cura di sé e del proprio cervello per invecchiare bene:

1) Mantenersi sempre attivi. Non fermarsi. Per tenere viva la mente è fondamentale dedicarsi anche dopo la pensione a qualche hobby o partecipare ad attività ricreative o sociali come la pittura, il giardinaggio o, perché no, il volontariato.

2) Allenare la mente. Il cervello deve essere mantenuto acceso, perciò la comunità scientifica ritiene che la lettura, i cruciverba e il gioco con i nipotini facciano bene.

3) Evitare di fumare. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms),  smettere di fumare riduce il rischio di demenza: l’incidenza della patologia è più alta tra i 65enni che fumano, mentre è più bassa tra gli ex-fumatori e chi non ha mai fumato.

4) Evitate lo stress il più possibile. La demenza spesso colpisce chi ha subito delle forti tensioni emotive causate da situazioni come il pensionamento, la perdita del coniuge, l'uscita dei figli da casa, per questo è importante cercare di mantenere vivi i propri interessi, distrarsi, socializzare e prendersi cura di sé.

5) Mangiare in modo sano. L’Oms consiglia di ridurre per esempio il consumo giornaliero di sale, passando dagli attuali 9-12 grammi a 5 grammi per adulto al giorno. Ciò facilita il mantenimento della pressione sanguigna a un livello non pericoloso per la salute. Ancora è importante bere pochi alcolici.

6) Occhio alla depressione e al diabete. Depressione e diabete sono fra le patologie che sembrerebbero aumentare il rischio di demenza. Vanno diagnosticate e curate.

7) Prendersi cura del cuore. La salute del cuore sembra essere legata allo sviluppo delle demenze tanto che l’Oms consiglia ai governi un aumento della copertura terapeutica a favore degli anziani di 50 anni il cui rischio di un attacco di cuore o ictus nei 10 anni successivi sia superiore al 30% o di chiunque abbia già avuto un attacco
di cuore o ictus.

8) Attenzione ai cedimenti di memoria. Una cosa è l’invecchiamento normale, un’altra quello patologico. Se notate che un vostro anziano inizia ad apparire disorientato, ad avere comportamenti bizzarri e inusuali, improvvisi sbalzi d'umore, o se capita a volte che non ricordi che giorno o che anno è, o non ritrovi la strada di casa, chiedete la consulenza del neuropsicologo.

Rosaria Frisina
2019-09-21